Si è conclusa ieri la mia avvenura a Sanremo. E’ stata un’esperienza meravigliosa e non smetterò mai di ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di partecipare.
Come ha detto Maria nell’ultima conferenza di domenica, il Festival è come un frullatore, ti svegli la mattina, vai nella sala, ascolti, scrivi, lavori, lavori, lavori, lavori, lavori, ti ricordi ogni tanto di mangiare, continui a lavorare, e in un attimo si sono fatte le 2 di notte. Vai a dormire e di nuovo così per una settimana. E’ un tour de forçe. Immaginavo sarebbe stato stancante, ma non COSI’ stancante. Si dorme poco, si lavora tantissimo.
Stare in sala stampa è qualcosa di magico. Si sta lì, con tanti altri colleghi, ci si scambiano opinioni, ci si confronta, si conoscono nuovi blog davvero belli, nuove radio web, si ride, si scherza, si balla insieme durante la serata in una canzone particolare.
Abbiamo instaurato davvero un bel rapporto tra “noi vicini di banco”.
Incontrare gli artisti, intervistarli, vivere le loro emozioni in primo piano, da vicino, mi ha fatto capire per la prima volta cosa vuol dire davvero “Sanremo”.
Forse sono stata troppo buona con le pagelle e con le critiche, ma … io sono da sempre troppo buona.
Nonostante le disavventure iniziali, i KM a piedi da una casa ad un’altra, l’allergia, il freddo, la pioggia senza ombrello, l’aria condizionata in sala stampa che mi ha ucciso, l’aver dormito 4 ore a notte …. si, lo rifarei. Lo rifarei 100 volte. 1000 volte. E già non vedo l’ora sia l’anno prossimo per poter vivere di nuovo il festival da vicino e poter assaporare, se pur in minima parte, tutte le sue sfumature da vicino.
Per le mie giornate in sala stampa, ho indossato capi da IronG. Eleganti ma comodi.
Un pantalone nero aderente, una camicia nera larga, e scarponcini neri.